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Chirurgia dell’anca e del ginocchio

Le articolazioni degli arti inferiori, in particolare Anca e Ginocchio, sono le articolazioni più esposte e più soggette ad “usura” dell’intero corpo umano. Basti pensare che l’essere umano cammina e corre in posizione eretta e quindi caricando tutto il suo peso su due soli arti. In realtà, mentre si cammina o si corre, ma anche mentre si salgono o scendono le scale, o durante qualsiasi attività sportiva, tutto il peso dell’organismo carica su UN solo arto alla volta. Basta fermarsi a pensare ed immaginare una camminata o una corsa, e si vede chiaramente che si passa tutto il peso da un arto all’altro per spostarsi.

E’ facile quindi immaginare come l’Anca e il Ginocchio possano essere facilmente soggetti a microtraumi continui dovuti al loro normale utilizzo. Inoltre l’avanzare dell’età e l’involuzione naturale delle cartilagini e dei legamenti che proteggono l’articolazione dall’eccessiva usura, porta ad un lento e costante processo di degenerazione dell’articolazione stessa che prende il nome di Artrosi (Coxartrosi se dell’Anca o Gonartrosi se del Ginocchio).

Cos’è?

La Chirurgia dell’Anca e del Ginocchio è una branca specialistica dell’Ortopedia che sfrutta tecniche chirurgiche estremamente avanzate offrendo ai pazienti una soluzione a diverse patologie invalidanti. Le tecniche chirurgiche mininvasive odierne e l’esperienza dell’equipe ortopedica, permettono infatti oggi di ottenere risultati impensabili con le tecniche tradizionali:

  • risparmio dei tessuti sani;
  • accesso chirurgico con minima lesione e minimo trauma dei tessuti e delle strutture;
  • riduzione importante della degenza ospedaliera;
  • ripresa precoce della mobilità ed in casi selezionati mobilizzazione immediata del paziente;
  • azzeramento delle complicanze perioperatorie (trombosi, infezioni, lussazioni)
  • ripresa precoce dell’autonomia;
  • quasi totale scomparsa del dolore post operatorio;

Perché e Quando?

Senza soffermarsi in un elenco di patologie che avrebbe uno scopo puramente accademico (es. Coxartrosi o Artrosi dell’Anca, Gonartrosi o Artrosi del Ginocchio, Necrosi della testa del femore, Conflitto Femoro-Acetabolare, Displasia Congenita dell’Anca, Esostosi Femorale ecc), riteniamo sia più utile al paziente capire “perché” e “quando” sia necessario riferirsi all’Ortopedico specialista in Chirurgia dell’Anca e del Ginocchio.

Spesso infatti, il paziente riferisce un lento e graduale peggioramento di sintomi legati alla deambulazione e considerati inizialmente non particolarmente importanti, fino a riferire vero e proprio dolore alla deambulazione e al carico, rigidità durante la deambulazione e limitazione ai movimenti. Nelle fasi più avanzate la sintomatologia dolorosa permane anche a riposo.

Questi sono i sintomi principali dell’Artrosi degli arti inferiori in fase avanzata (Coxartrosi per l’Anca e Gonartrosi per il Ginocchio) e sono tra le cause più comuni che impediscono la normale ed autonoma deambulazione del paziente, rendendo il quadro clinico invalidante per il paziente stesso e per i suoi familiari.

Come?

Il paziente che si riconosce nel quadro appena descritto, dovrebbe prendere in considerazione una visita specialistica per Anca e Ginocchio.

Durante la visita, lo specialista individua quadri clinici spesso molto diversi tra loro e con diverse soluzioni. Nelle fasi iniziali, caratterizzate da sintomatologia blanda e minima limitazione dei movimenti, può essere indicata una terapia conservativa con infiltrazioni articolari di cortisone ed acido ialuronico, con lo scopo di rallentare il processo degenerativo dell’articolazione. Nelle fasi avanzate in cui la sintomatologia dolorosa è importante e la mobilizzazione è moto difficoltosa, può essere indicata l’intervento di protesizzazione dell’anca o del ginocchio, in considerazione dell’articolazione compromessa.

Intervento di Protesi d’Anca o Chirurgia dell’Anca

E’ un intervento chirurgico tecnicamente avanzato con anestesia periferica dedicata, il cui risultato è strettamente legato all’esperienza dell’operatore e dell’equipe chirurgica. L’ortopedico infatti deve tenere in considerazione diversi fattori quando propone ed esegue questo intervento: l’età del paziente, la mobilità precedente, lo stato di salute delle ossa e le capacità di ripresa del paziente stesso.

Esistono diverse tecniche operatorie, ma le più recenti e quelle con i migliori risultati sono quelle definite “mininvasive”.

La Chirurgia Mininvasiva dell’Anca permette infatti:

  • tempo di degenza ridotto (tra i 3 e i 4 giorni);
  • mobilizzazione precoce già dopo alcune ore dall’intervento con conseguente riduzione drastica delle complicanze respiratorie e tromboemboliche
  • ripresa post operatoria rapida (circa 2-4 settimane per la ripresa delle normali attività)
  • minima dolorabilità durante la degenza con conseguente abbandono di farmaci morfinici e derivati;

Intervento di Protesi di Ginocchio o Chirurgia del Ginocchio

Anche per questo tipo di intervento, è fondamentale l’esperienza del chirurgo ortopedico e della sue equipe. È una chirurgia che si esegue su una regione anatomica ricca di strutture muscolari, legamentose, tendinee e vascolari.

In base al quadro clinico e radiologico il chirurgo Ortopedico valuta la necessità di una protesi completa del ginocchio o se sia necessaria solo una protesi monocompartimentale.

La Chirurgia Mininvasiva del Ginocchio permette di risparmiare e preservare i tessuti sani, limitando al massimo l’effetto traumatico. Tutto ciò si traduce in:

  • tempo di degenza ridotto (tra i 3 e i 4 giorni);
  • mobilizzazione precoce con stampelle già entro 24h, con drastica riduzione delle complicanze respiratorie e trombotiche;
  • ripresa post operatoria rapida con ripresa delle normali attività quotidiane dopo circa 3-6 settimane);
  • riduzione del dolore post operatorio e conseguente abbandono dei farmaci morfinici e derivati.

Per il post operatorio possiamo dire che gli interventi, grazie al percorso Fast Track e alla chirurgia mininvasiva, offrono al paziente la possibilità di una dimissione precoce con una ripresa delle attività abituali in tempi brevi, e la possibilità di una riabilitazione anche e soprattutto extra ospedaliera ridotta”

Francesco Giuseppe Traverso – MioDottore.it